Dopo
quasi un anno di attesa è finalmente decollata anche la versione volontaria
dell’APe (anticipo pensionistico), il prestito pensionistico oneroso che
consente di mettersi in pensione prima del tempo, cioè prima di aver compiuto
l’età fissata dalla legge per conseguire la pensione di vecchiaia.
A
differenza dell’Ape sociale, il cui costo è a carico dello Stato e riservata ad
alcune categorie designate (argomento già trattato in 50&Più di giugno 2017),
l’Ape volontaria è un prestito erogato da una banca in 12 mensilità e garantito
dalla pensione di vecchiaia, che il beneficiario otterrà alla maturazione dei
requisiti.
Ma
vediamo in che cosa consiste questa nuova occasione di pensionamento.
Tempi e beneficiari
Il
nuovo intervento pensionistico riguarda, per ogni anno, i nati tra il ’51 e il
’53 del 2017, quelli tra il ’52 e il ’55 del 2018 e i nati entro il 31 luglio
’56 del 2019 (quando il requisito minimo di età salirà a quasi 67 anni). Chi ha maturato i requisiti per accedere
all’Ape volontaria tra il primo maggio e il 18 ottobre 2017, deve presentare la
richiesta entro il prossimo 18 aprile.
Solo
così potrà ottenere la corresponsione di tutti i ratei maturati dalla data
della decorrenza dell’Ape (circolare INPS n. 28 del 2018).
A
marzo 2018 risultano già presentate 8.500 domande di certificazione per l’APe
volontaria.
Il
prestito può essere richiesto da tutti i lavoratori, pubblici e privati:
dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti, parasubordinati iscritti alla
gestione separata dell’INPS (tra i quali i co.co.co. e i professionisti senza
cassa). Sono esclusi invece i professionisti iscritti alle casse di previdenza.
La richiesta è possibile a condizione che il richiedente risulti in possesso
dei seguenti requisiti: (si veda TAB. A).
-
età non inferiore a 63 anni;
-
accredito di almeno 20 anni di contribuzione;
-
maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi;
-importo della
pensione di vecchiaia, al netto della rata di ammortamento del prestito Ape
richiesto (cioè dopo la documentazione della rata mensile sul debito
contratto), non inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS (attualmente
pari a 710,39 euro mensili).
Requisiti e procedure
Il
requisito anagrafico (età non inferiore a 63 anni), dunque, deve essere tale da
consentire la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e
7 mesi dalla presentazione della domanda di Ape; è stato, poi, precisato nel
decreto di attuazione, che si deve tenere conto degli eventuali adeguamenti
agli incrementi della speranza di vita. Di conseguenza a partire dal 1 gennaio
2019 è previsto un incremento di 4 mesi del requisito d’età per ottenere la
pensione di vecchiaia e così pure dal 1 gennaio 2021 quando ci sarà un
ulteriore incremento di 3 mesi (si veda TAB.B).
All’Ape
non possono accedere i pensionati diretti, cioè coloro che siano già titolari
di una propria pensione di lavoro; per contro la possono richiedere i titolari
di pensione indiretta, cioè chi ha già una pensione di reversibilità del
coniuge non più in vita.
In
caso di liquidazione di un’altra pensione diretta prima del perfezionamento del
diritto alla pensione di vecchiaia (durante il periodo di percezione dell’Ape),
l’erogazione della stessa viene interrotta e, fatto salvo il ricorso del
beneficiario all’estinzione anticipata dell’Ape, la banca comunica all’Inps il
piano di ammortamento per l’estinzione del debito rideterminato indicando la
nuova rata di trattenuta sulla pensione.
Infine,
è importante evidenziare che per fruire dell’Ape non è richiesta la cessione
dell’attività di lavoro (dipendente o autonomo) fino all’età di pensionamento.
L’importo del
prestito e il costo
L’importo minimo dell’assegno-ponte
è pari a 150 euro mensili per 6 mesi mentre quello massimo è legato alla durata
dell’Ape:
se
l’anticipo è superiore a 3 anni, si può chiedere fino al 75% della pensione; se
è compreso tra 24 e 36 mesi l’80%, tra 12 e 24 mesi l’85% e se meno di 12 mesi
si arriva al 90%. La pensione al netto della rata non può essere comunque
inferiore a 710,39 euro mensili. Se il richiedente ha però altri debiti in
corso con le banche, l’esposizione complessiva non può superare il 30%
dell’assegno previdenziale.
Il
costo annuo del prestito, secondo le stime, è pari al 3,4% dal momento che
oltre agli interessi si incorpora anche il costo della polizza assicurativa
(per rischio premorienza) e la quota destinata al fondo di garanzia. Per effetto
di un credito di imposta del 50% il costo effettivo scende a:
- · 1,57% per un prestito anticipato di 12 mesi rispetto all’età della pensione;
- · 3,07% per un anticipo di 24 mesi;
- · 4,49% per l’anticipo di 36 mesi;
- · 5,49% per l’anticipo di 43 mesi
Le
somme erogate a titolo di prestito non concorrono a formare il reddito ai fini
IRPEF.
Va
evidenziato, poi, che se un lavoratore accede all’anticipo a 63 anni per 36
mesi, otterrà la pensione a 66 anni; dovendo restituire alla banca, tramite
l’INPS, quanto ricevuto in anticipo nei 20 anni successivi, raggiungerà 80 anni
di età. Ma se attualmente l’aspettativa di vita media per i maschi è di 80,1
anni e 84,7 per le donne, le assicurazioni avranno la certezza di non pagare
almeno le ultime rate.
Come si richiede
Per
questa prestazione è necessario presentare tre domande on line all’Inps in due
tempi diversi (tramite il Patronato) e cioè:
·
La
richiesta di certificazione del diritto all’APe (minimo e massimo che si può
ottenere), presupposto indispensabile per avere titolo all’anticipazione;
·
L’attivazione
dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica con l’indicazione della
banca e dell’assicurazione coinvolte;
·
La
presentazione della domanda di pensione di vecchiaia vera e propria.
Occorrono,
infine, almeno due mesi di tempo dal rilascio del nullaosta al lavoratore da
parte dell’INPS con l’ok della banca e della compagnia assicurativa.
Ogni strategia per
raggiungere il trattamento pensionistico va valutata e pianificata in anticipo
con l’aiuto di esperti professionisti.
Tramite un simulatore
informatico, disponibile (tramite INPS o Patronato) si può conoscere l’importo
e la durata dell’APe con l’indicazione immediata del costo del rimborso
ventennale e del suo peso sulla pensione.
È per questo motivo che per tutti gli eventuali approfondimenti sull’argomento in esame (possibili scelte e, tra queste, le più convenienti) si consiglia di rivolgersi al nostro patronato 50&PiùEnasco, che con esperti operatori assiste da sempre gratuitamente – su tutto il territorio nazionale – per ottenere tutti i chiarimenti ulteriori e per la presentazione all’INPS delle relative domande on line.
TAB. A
APE VOLONTARIA |
|
A chi
spetta |
Tutti i
lavoratori iscritti all’inps: dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti)
e parasubordinati (co.co.co, ecc) |
Requisito
anagrafico |
Età non
inferiore a 63 anni |
Requisito
contributivo |
Almeno 20
anni |
Requisito
pensionistico |
Maturazione
diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi |
Importo
pensione di vecchiaia |
Non
inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS, al netto della rata di
ammortamento dell’Ape (circa 710,39 euro mensili) |
Altre
condizioni |
Non essere
già titolare di una pensione diretta |
Chi
sostiene il costo |
Il
lavoratore con riduzione della pensione di vecchiaia per 20 anni |
TAB. B L’età per la
Pensione di vecchiaia(1) |
|||
Categoria |
Anno
2018 |
Anni
2019 e 2020 (2) |
Anni
2021 e 2022 (3) |
Dipendenti
privati (uomini e donne) Dipendenti
pubblici (uomini e donne) Autonomi
e gestione separata (uomini e donne) |
66
anni e 7
mesi |
66
anni e 11
mesi |
67
anni e 2
mesi |
(1) In presenza di
almeno 20 anni di contribuzione (2) Aumento
speranza di vita di 4 mesi (ipotesi) (3) Aumento
speranza di vita di 3 mesi (ipotesi) |